Il Prodotto interno lordo (Pil) cresce in Sicilia, ma guerra ed inflazione sono elementi che frenano. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, nel primo semestre il prodotto regionale è aumentato del 5,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, una crescita sostanzialmente allineata a quella del Paese. i dati arrivano dall’aggiornamento congiunturale ‘L’economia della Sicilia’ redatto dalla sede regionale di Bankitalia. Sulla ripresa pesano i rincari dei beni energetici e l’incertezza sull’evoluzione della congiuntura economica legata al protrarsi del conflitto in Ucraina che, scrive la Banca d’Italia, “si stanno traducendo in un indebolimento delle prospettive di crescita dell’attività delle imprese – e in un sensibile peggioramento del clima di fiducia delle famiglie”. L’andamento positivo del primo semestre ha interessato tutti i principali settori produttivi. Nell’industria e nei servizi la quota di aziende con fatturato in aumento ha nettamente superato quella delle imprese con ricavi in calo. Le esportazioni di merci, valutate a prezzi correnti, “sono cresciute in misura consistente sia per i prodotti petroliferi sia per il resto dei comparti”. È proseguita l’espansione dell’attività nelle costruzioni, soprattutto per l’edilizia privata che ha ancora beneficiato degli incentivi fiscali legati alle ristrutturazioni. La produzione delle imprese “è stata in parte frenata dai maggiori costi, derivanti sia dai rincari dell’energia sia dalle difficoltà di approvvigionamento degli altri input produttivi, che spesso si sono tradotti in incrementi dei prezzi di vendita e in riduzioni dei margini di profitto, ma che hanno anche stimolato iniziative di efficientamento energetico e il ricorso a fonti di energia alternative”. La spesa per investimenti, nel complesso in leggero aumento rispetto ai programmi formulati alla fine dell’anno precedente, rimarrebbe stabile nel 2023, mentre le aspettative a breve termine prefigurano un indebolimento della domanda e della produzione soprattutto nel settore industriale. Dal punto di vista finanziario, nel primo semestre del 2022 il credito alle imprese “ha decelerato”: al calo dei finanziamenti al settore terziario si è contrapposto un sensibile incremento nella manifattura e nel comparto edile. In un quadro con elementi di positività non va bene, invece la crescita dei consumi delle famiglie che risulta più bassa rispetto all’anno precedente risentendo del peggioramento del clima di fiducia e dell’aumento dei prezzi. Gli effetti dei rincari energetici sulle famiglie che si trovano in una situazione di disagio economico, condizione “che in regione è maggiormente diffusa rispetto alla media italiana, sono stati mitigati dagli interventi del governo. Anche il risparmio è cresciuto a ritmo meno intenso. I depositi bancari sono aumentati solo nella componente più liquida dei conti correnti; il valore dei titoli detenuti presso le banche si è invece ridotto, anche per effetto dell’andamento negativo dei mercati finanziari.
