In Sicilia ci sono 300.000 analfabeti. Il rapporto dell’Ocse (Organizzazione er la cooperazione e lo sviluppo economico) riferito al 2021 dice anche che il 50% dei giovani siciliani risulta inattivo, ma quel che è peggio senza speranza. Non è quindi un caso che in Sicilia i livelli di istruzione siano i più bassi d’Italia. Ultimo posto anche per la percentuale dei laureati che si fermano alla soglia del 14,8 per cento e penultimo posto riferito a quanti non hanno neppure il diploma di scuola media. Quasi un siciliano su due, 47,6 per cento non ha conseguito il diploma della scuola media. Se si considera solo la fascia tra i 25 e i 34 anni le cose migliorano perché le percentuali si alzano a conferma del fatto che i livelli di istruzione sono in crescita con un balzo in avanti soprattutto delle donne che hanno un rendimento scolastico e universitario migliore. La mancanza di istruzione porta con sé la marginalizzazione sociale e di conseguenza anche il mancato accesso al mondo del lavoro. Il segretario della Flc Cgil Palermo, Fabio Cirino, definisce “allarmanti” questi dati e aggiunge: “C’è un elevatissimo tasso di abbandono scolastico che genera l’alfabetismo senza titolo. Il dramma della mancanza di speranza nel futuro che affligge le giovani generazioni, con oltre due milioni e mezzo di giovani inattivi, di cui due milioni che addirittura nemmeno cercano un lavoro, dovrebbero unire le forze del Paese nella ricerca di risorse, idee e soluzioni per il bene comune. Nessuno certifica il fallimento della politica di tutti i colori su questi temi. Il continuo cambio di governi e di ministri dell’Istruzione, maggiore perfino dei cambi di allenatori nelle squadre di calcio di bassa classifica, impedisce una visione di insieme e una seria programmazione. Si agisce su parti del problema senza affrontare il tutto”.
