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Un siciliano su due non fa sport. Un record negativo che vede il 56, 8 per cento delle persone che non pratica alcuna attività fisica per un totale di due milioni e mezzo. In Sicilia la percentuale degli sportivi assidui è scesa dal 17,4 al 15,6 e tutto ciò ha influito sulla crisi delle società sportive. Nel 2017 le società affiliate al Coni erano 4.300 ma a fine 2021 risultano poco più di 2.700. I numeri dell’Istati dicono anche che ci sono 364 mila siciliani che dicono di praticare una attività sportiva saltuaria mentre uno su quattro, circa un milione 400 mila persone, appartiene alla categoria che fa solo qualche attività fisica. Tuti gli altri sono inchiodati alle poltrone o comunque non si muovono. Questo quadro generale aggrava una crisi già esistente perché la Sicilia, insieme ala Campania ha l’indice di atleti più basso d’Italia con 81 atleti ogni 100 mila abitanti, meno della metà di una regione del Nord, pur se esistono dirigenti di società, ufficiali di gara, e tecnici di grande qualità e dediti alla causa. Il calo netto di praticanti e del numero di società è frutto dei problemi economici delle famiglie, del lungo effetto della pandemia che per molti mesi ha indotto le famiglie a non iscrivere i figli a corsi, palestre e società. Più colpite da questo punto di vista le piscine e le palestre. Il quadro generale è sconsolante anche perché gli impianti sportivi in Sicilia sono pochi rispetto alla popolazione, spesso sono mal tenuti e non incoraggiano ad intraprendere un’attività sportiva perché non offrono garanzie. Le società dal loro canto sono con l’acqua ala gola per il caro energia, per il calo delle iscrizioni e per finanziamenti pubblici insufficienti e spesso in ritardo che ne condizionano tutta l’attività.